Lutto, adolescenza e trasmissione tra generazioni: un’analisi di Coco della Pixar

Al momento stai visualizzando Lutto, adolescenza e trasmissione tra generazioni: un’analisi di Coco della Pixar
Coco | Disney Pixar, 2017

Un film per adolescenti che sfiora con leggerezza e ironia temi importanti come l’elaborazione del lutto

 

La storia di Coco (Disney Pixar, 2017) inizia con il racconto di un abbandono: un lutto non elaborato che avviene ben tre generazioni prima di quella del protagonista Miguel, il nipote.
Siamo in Messico, in un allegro villaggio ricco di colori e di suoni, in pieno fermento per i preparativi della festa per
El dia de los Muertos. La voce narrante del protagonista ci introduce subito al trauma originario: “mi sento vittima di un sortilegio, un castigo che risale a prima che io nascessi”.

Coco | Disney Pixar 2017. Il film affronta con leggerezza i temi del lutto e del rapporto tra adolescenza e generazioni precedenti
Immagine dal film “Coco” | Disney Pixar, 2017 | Il film affronta con leggerezza i temi del lutto e del rapporto tra adolescenza e generazioni precedenti

 

Hai bisogno di un ascolto professionale su questi temi per te o la tua famiglia? » Contattaci

 

Un trauma tramandato alle generazioni successive

Miguel ci racconta così che tanti anni fa, il suo trisnonno aveva abbandonato moglie e figlia (Coco), per fare il musicista. La trisnonna, trovatasi sola a dover far fronte alle necessità della vita, aveva dovuto mettere da parte i suoi sogni e rimboccarsi le maniche: “non aveva certo tempo di piangere quel musicista giramondo, e dopo aver bandito tutta la musica dalla sua vita, trovò il modo di mantenere sua figlia”, si mise così a fabbricare scarpe.
L’interdizione alla musica è chiaramente un sintomo, una traccia del trauma originario, che sembra continuare a dirci silenziosamente che un lutto non è stato elaborato, e così viene tramandato alla generazione successiva e a quella dopo ancora, fino alla nascita di Miguel.

Il ripudio della musica, che in un primo momento ha una funzione protettiva, perché permette alla trisnonna dimettere a tacere il dolore e lottare per la sopravvivenza, finisce per avere un costo emotivo altissimo per tutta la famiglia, fino a farli diventare “l’unica famiglia in Messico ad odiare la musica”.

 

Nuovo clima, nuove possibilità

Nel tempo presente della storia, le difficoltà materiali del passato sembrano risolte, la capacità di reagire della trisnonna ha dato i suoi frutti e oramai si è creato un clima, nel campo familiare, di sicurezza, che apre a nuove possibilità di sviluppo.
La trisnonna è oramai nel mondo dei morti, sua figlia Coco è molto vecchia, i suoi ricordi stanno per svanire. La figlia di Coco, la nonna di Miguel, resta a sua volta solidale all’imperativo della sua nonna di bandire la musica dalla vita familiare, ma nel passaggio tra le generazioni questo interdetto perde la sua rigidità ed è così che Miguel si può fare portavoce di una nuova esigenza: riscoprire la musica e permettere a questa di tornare a colorare la vita emotiva di tutta la famiglia.

 

Elaborazione del lutto

Affinchè ciò sia possibile, Miguel deve intraprendere un doloroso e difficile viaggio nel profondo. Deve riscoprire ed elaborare le emozioni che le generazioni precedenti avevano provato inutilmente a seppellire, insieme al trisnonno “non dimenticato, ma bandito dai ricordi”.
Quello di Miguel è un viaggio all’indietro per poter andare avanti nella vita.

Miguel è un adolescente e deve trovare se stesso, capire chi è e cosa è in grado di fare, qual è il suo talento. Ha bisogno di differenziarsi dai suoi genitori, non vuole diventare un calzolaio come loro. Capisce che la musica è nel suo destino e vorrebbe suonare la chitarra alla festa per El dia de los Muertos.
Crede di aver scoperto l’identità del suo misterioso trisavolo, di cui in famiglia è vietato parlare. Immagina che sia il defunto Ernesto de la Cruz, il suo cantante preferito. Ruba così la chitarra del morto per poter suonare al concerto ma, per via del furto, viene catapultato nel mondo dei morti.

 

Se vuoi ricevere altri spunti di riflessione come questo » Iscriviti alla newsletter

 

L’esperienza di sé dell’adolescente

L’unico modo che ha di tornare indietro è di trovare un suo parente defunto disposto a dargli la sua benedizione. Ovviamente la trisnonna si rifiuta di benedire la sua passione per la musica. L’unico che potrebbe essere disposto a farlo è proprio il trisnonno che ha causato così tanto dolore e che è stato rinnegato.
Nella rocambolesca ricerca di suo nonno, Miguel fa esperienza di se stesso. Deve esibirsi, scopre il suo talento, conosce degli amici importanti che lo aiutano, affronta delle difficoltà da solo, deve tollerare il senso di smarrimento e di paura.

Quando finalmente riesce a trovare Ernesto De la Cruz, il suo idolo, affronta però una dura disillusione. Scopre, infatti, che questo altri non è che un impostore che ha rubato le canzoni al suo vero nonno, Ector, e lo ha ucciso per non essere scoperto.
È così, con l’aiuto di Ector e, alla fine, anche della trisnonna che riscopre anch’essa la musica grazie al nipote, riesce a smascherare l’impostore. Giustizia è fatta e anche la verità storica è riparata.

 

Il percorso evolutivo di Miguel

Il viaggio di Miguel fa pensare ad un percorso evolutivo in cui viene elaborato qualcosa di molto profondo. Si passa da un mondo abitato da figure a tratti idealizzate e a tratti persecutorie (Ernesto de la Cruz) per arrivare infine ad una situazione emotiva più complessa, in cui gli aspetti buoni e cattivi sono integrati nella stessa persona (Ector) che risulta molto più umana ed autentica.
Miguel riesce a comprende il trisnonno e sembra riuscire a tollerare il dolore per quello che ha fatto “non sei costretta a perdonarlo, ma non dimentichiamolo” (dice alla trisavola).

 

Il finale | l’importanza della condivisione nell’elaborazione del lutto

Il film finisce con una scena ambientata nel futuro, qualche anno dopo nell’occasione del dia de Los Muertos. Miguel ha in braccio la sorellina che è nata e non ha fatto in tempo a conoscere la trisnonna Coco che intanto è morta. Le mostra le foto, i ricordi possono essere condivisi e sopravvivere. C’è la musica che sottolinea l’emotività e soprattutto c’è la condivisione con il gruppo e la comunità, che svolge un ruolo fondamentale nel lavoro di elaborazione del lutto elaborazione del lutto.

 

» Se hai trovato interessante questo articolo non rischiamo di perderci di vista! «

    Iscriviti alla newsletter dello Studio Colibrì per ricevere i prossimi aggiornamenti dal blog!

    La tua e-mail (necessario):

    Vuoi ricevere aggiornamenti e suggerimenti anche via Whatsapp?

    SiNo

    Il tuo numero di telefono:

    Il tuo nome:

    Vorrei essere ricontattata/o per chiedere un appuntamento

    Se vuoi, accennaci qualcosa sulla tua situazione:

    Trattamento dati personali

    Ho preso visione della privacy policy e do il mio consenso al trattamento dei dati per l'invio di newsletter e per essere ricontattato (necessario)

     


    Lascia un commento

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.